“[...] un bagaglio interiore fondamentale e capace di permanere anche e soprattutto dopo il finale.”
STELLA MADRE
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STELLA MADRE
Pais - Sports Education Cosmo
Tempo di lettura: 5 minuti
Pubblicato il: 03 novembre 2025
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Èntosportività - L'introduzione
Pais crede nello Sport Giovanile come spazio in cui può nascere, crescere e consolidarsi l’èntosportività: un insieme di caratteristiche, abilità, competenze, e qualità interiori che sono un valore aggiunto per ogni percorso di vita.
Un invito a cambiare prospettiva
La nostra abitudine a considerare e valutare solo ciò che possiamo misurare, si riflette in tendenze che abbracciano tutte le sfere.
A livello personale, non ci interessiamo agli aspetti che non possiamo toccare anche se fondamentali, e quindi non ci facciamo domande sulla nostra interiorità.
A livello sociale, consideriamo ogni percorso di vita sulla base dei numeri e dei dati che lo etichettano, e tutto ciò che non può essere contato perde di valore perché non viene considerato.
Lo Sport giovanile risente di questa tendenza, e infatti vediamo mettere sotto i riflettori solo alcuni dei suoi lati. L’intera esperienza sportiva si valuta — sia nel percorso, che a distanza di anni dalla sua fine — sulla base di risultati oggettivi, apparenti e passeggeri come vittorie, statistiche, piazzamenti nella piramide dei livelli, o compensi economici.
Si dimentica così che durante il viaggio l’atleta vive esperienze in grado di creare un bagaglio interiore fondamentale e capace di permanere anche e soprattutto dopo il finale; il lascito sportivo è spesso nascosto ma sempre vivo.
Per portarlo alla luce, dobbiamo portare l’attenzione su ciò che in ambito sportivo giovanile non può essere “contato” ma che “conta” prima di tutto: la sana crescita personale.
Perché la vera ricchezza di un percorso, quando finisce, si misura in ciò che lascia interiormente alla Persona.
Èntosportività: la ricerca tra pensieri e parole
Dietro la creazione di questa parola, c’è una volontà molto chiara: fondere in un solo concetto la sfera sportiva a quella dell’interiorità.
Per rappresentare il concetto, diverse parole sono state inizialmente ipotizzate, ben pensate tra punti di forza e punti di debolezza, e infine scartate.
Tra tutte, “Identità sportiva” e “Anima Sportiva” sono state vicino alla conferma. La prima, “Identità Sportiva”, un concetto di cui si parlerà comunque molto negli spazi Pais, è stata scartata perché la parola “identità” si usa ormai troppo per il suo significato legato al sociale e quasi mai per quello interiore. La seconda, “Anima Sportiva”, è stata scartata perché se al concetto di Anima si vuole credere, bisogna anche trattarlo come merita. E a quel punto, si può pensare che l’esperienza sportiva possa meravigliosamente creare gli spazi e le condizioni per far emergere l’Anima, ma non che possa formarla o esserne una parte.
Nel continuo della ricerca, si è capito che la parola giusta non c’era. A quel punto, è stata allora creata quella che in questo cosmo definiamo èntosportività.
E’ andata così: prima è stata scelta la parola “sportività”, nel suo significato legato alla “qualità di essere sportivo”. Nell’uso comune, infatti, la utilizziamo per riferirci a quel corretto comportamento osservabile che emerge nella persona che si rapporta, in ambito sportivo, a fattori esterni come la gara, le regole, l’esito o gli avversari. Ma, visto che in questo cosmo si è del parere che di ognuno appare il riflesso di ciò che è internamente, vediamo nella parola “sportività” tradizionale solo la manifestazione esterna di un principio interiore più originario.
Allora, da sola, la parola sportività non era sufficiente. E per questo, si è scelto di unire all’inizio la parola Ènto — dal greco ἐντός — che significa dentro, all’interno.
Con entosportività, quindi, ci riferiamo al corretto modo di essere sportivi, legato ad una interiorità che è la priorità anche nella disposizione delle parole. Un’interiorità sportiva che Pais mette alla base del suo modello educativo perché crede nei suoi positivi risvolti per la vita extra-sport, e perché, nel permettere che si conosca e si riconosca, vuole massimizzare il ruolo più nobile dello sport giovanile: la formazione integrale della Persona.
L’èntosportività è la parte interiore marcata dall’esperienza sportiva, quando formativa e consapevole.
Non è fare sport il punto, ma ”essere sportivo”.
Il rapporto con il sé come chiave d’accesso
Non è il semplice fare sport a far sviluppare un’interiorità sportiva al giovane atleta: per darle vita, è necessario conoscerla e riconoscerla. Il giovane atleta, infatti, per vivere autenticamente e pienamente la sua esperienza sportiva, ha bisogno di avere un rapporto con sé stesso, caratterizzato dal parlarsi e ascoltarsi, che è la fondamentale base di partenza di qualsiasi percorso di crescita personale.
Di fatto, guardando al futuro lontano dai campi di gioco che attende ogni atleta, non si può pretendere da chi non ha sviluppato consapevolezza della propria Persona di tradurre i tratti di una formazione sportiva nella vita extra-sport.
Affinché l’esperienza sportiva possa incidere positivamente sul processo di formazione dei giovani atleti, quindi, c’è molto bisogno dell’impegno degli educatori nell’invitare alla scoperta del sè.
Un invito di cui i ragazzi hanno bisogno soprattutto oggi, perché i meccanismi tecnologici e le priorità della società li invitano a concentrarsi esclusivamente su ciò che è esterno, lontano, fuori.
Una volta entrati in contatto con la propria sfera interiore, si può lavorare con loro alla costruzione dei tratti del bagaglio d’esperienza sportiva.
Pais divide i tratti dell’èntosportività in 3 categorie.
a. Personali: determinano il rapporto con il sé e le risorse con cui avere a che fare con il tutto in cui si è coinvolti.
- Relazione con il sè e Contatto con le proprie emozioni
- Goal Setting, Ambizione e Umiltà
- Motivazione, Disciplina e Focus
- Gestione dell’errore e Resilienza
b. Sociali: impattano la qualità, l’intensità e la direzione dei rapporti con gli altri e del proprio ruolo sociale
- Rapporto con l’altro, Ascolto e Comunicazione
- Gestione del conflitto, Lealtà e Inclusione
- Collaborazione, Leadership, e Senso di appartenenza
c. Trasversali: considerati flessibili perché adattabili ad entrambe le sfere
- Adattabilità, Creatività e Pianificazione strategica
- Etica, Onestà e Rispetto
- Gestione del tempo e Senso di responsabilità
Idea, Struttura, Scrittura e Redazione: Federico Pasqualoni
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