“[...] acquisirà sempre una forma [...] e un significato [...] diversi in relazione alle culture e alle società in cui si manifesta.”

QUINTA FORZA

QUINTA FORZA

QUINTA FORZA

QUINTA FORZA

QUINTA FORZA

QUINTA FORZA

Autore:

Federico Pasqualoni

Ex Atleta Pro. e Ideatore Pais

Tempo di lettura: 7 minuti

Pubblicato il: 28 ottobre 2024

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Il corso delle forme e
dei significati dello Sport

Io qui sono partito facendomi una domanda: “Quali sono state le prime forme di Sport nella storia dell’umanità?” e di conseguenza:  “Come siamo arrivati ad oggi?”
E l’ho fatto perché credo che per parlare dello Sport giovanile, è giusto comprendere anche lo Sport come fenomeno e il viaggio che lo ha portato a quello che è oggi. Durante il suo sviluppo storico, infatti, ha acquisito e acquisirà sempre una forma – ovvero la modalità con cui l’attività fisica si pratica – e un significato – il senso che le persone attribuiscono a quell’attività – diversi in relazione alle culture e alle società in cui si manifesta.
Ma da cosa nasce?

Sopravvivenza e Gioco: prime forme di Sport

Trovare una definizione unica che descriva lo Sport è molto difficile, ma proverei così: “attività umana in unione tra mente e corpo, finalizzata all’ottenimento di una ricompensa (vittoria) e che apre alla possibilità di confronto e sfida.”
Se la definizione ci piace, possiamo allora dire che lo Sport esiste sin da quando esiste l’essere umano. E aggiungere poi che sia figlio dell’unione di due istinti naturali: sopravvivere e giocare. 
Corsa, lotta, e caccia, sono le attività con cui il primitivo si relazionava all’ambiente circostante, e grazie alle quali riusciva a sopravvivere. Sono attività che diventano facilmente le prime forme di Sport se vengono utilizzate per soddisfare il secondo impulso: quello a giocare. 
Di questo parliamone meglio.
Come esseri umani, giochiamo e siamo consapevoli di farlo dall’istante in cui veniamo al mondo. 
Si tratta di un impulso naturale che ci spinge a ricercare il contatto con tre elementi: noi stessi, gli altri esseri umani, e l’ambiente circostante.
Conosciamo, comprendiamo, e ci confrontiamo con il tutto grazie al gioco, che diviene sin dalla nascita uno degli strumenti per ricercare e per esplorare.

Il gioco è una cosa seria, diceva Huizinga, che nel suo celebre lavoro ci ha definito degli “Homo Ludens” (uomo che gioca/uomo-giocatore), sostenendo che per noi il gioco è fondamentale nella sua libertà, straordinarietà e irrazionalità. 
E’ libero perché smette di essere un gioco quando è obbligato. E’ straordinario perché si gioca sempre in spazi e tempi diversi, precisi e soprattutto fuori dalla vita di tutti i giorni.  Ed è irrazionale perché proviene da un impulso innato che condividiamo con gli animali.
In un certo senso quindi, le attività primitive della lotta, della corsa, e della caccia, possono essere considerate le prime forme di Sport nella storia dell’umanità.
Ovviamente il concetto è estremizzato, e ci serve soprattutto per sottolineare l’importanza dell’elemento del “gioco”, senza il quale lo sport non sarebbe mai esistito.
Ogni essere umano che gioca infatti è spinto da un motivo personale che lo fa sottoporre alla sfida e accettarne gli sforzi che richiede. Perché giocare non è mai una passeggiata, ed è proprio da qui che nasce l’invito a tutti di riflettere sul perché lo si fa, andando anche oltre cosa è il gioco e scavando nell’animo dei giocatori per trovare il senso che attribuiscono.

 

Grecia Antica, fondamentale per lo Sport e di ispirazione per Pais

E’ giusto dire che lo Sport, nelle forme a cui siamo abituati oggi, abbia origini in Grecia Antica. A questo popolo va il merito di aver creato la prima competizione sportiva della storia (Olimpiadi), con una struttura capace di attirare l’attenzione della società e unirla in un momento considerato sacro, per milleduecento anni dal 776 a.C – data della prima edizione – in poi.
Nelle società prima di questa, lo Sport era per lo più una esibizione delle proprie abilità fisiche, e in assenza di veri e propri concorrenti, il valore di un atleta era determinato dal suo status sociale. In Grecia Antica invece appare per la prima volta l’elemento che rivoluziona la storia dello Sport: la possibilità di perdere.
Nel momento in cui si accetta che dal confronto agonistico emerga qualcuno che vince e qualcuno che perde, si dà vita alla necessità che i giocatori dimostrino il proprio valore sul campo. E a quel punto chi vince, ha dimostrato più valore, e quindi gode di riconoscimento e popolarità. 

Da qui la nascita delle prime figure professioniste e delle primordiali forme di quel divismo (personaggi dello spettacolo o dello Sport che diventano icone simboliche e soggetti di riferimento) che oggi è parte fondamentale dello Sport professionistico. A questo punto, per permettere l’esistenza del confronto, è stata ovvia e al contempo una grande novità, l’introduzione di un sistema di regole davanti alle quali tutti gli atleti sono uguali, è stata una conseguenza ovvia ma fondamentale per la storia dello Sport.
Tra l’altro, è da questa novità che prende vita il concetto greco di isonomìa – uguaglianza dei cittadini davanti alla legge – tutt’oggi elemento chiave della Democrazia.
Per mettere tutti gli atleti nella condizione di essere sconfitti, questa società è andata contro le credenze di come veniva inteso lo Sport nel passato. Per questo, c’è chi crede che anche la Filosofia – nata circa due secoli dopo la prima olimpiade – sia da legare fortemente allo Sport proprio perché nasce dalla messa in discussione delle credenze e dei miti ritenuti sacri.

Se è vero che la forma che l’Antica Grecia ha dato alla pratica è ancora oggi la base su cui si regge lo Sport moderno, è anche vero che del meraviglioso significato sociale che gli aveva attribuito se ne sono purtroppo perse le tracce. 
D’altronde, il ruolo che una società attribuisce alla pratica sportiva si lega a ciò che le persone mettono in priorità. 
La cultura ellenica metteva in priorità l’educazione – il mezzo attraverso il quale creare cittadini perfetti e quindi una società armonica – e vedeva nel confronto agonistico tra i giovani il mezzo per la nascita, la coltivazione, e la dimostrazione delle virtù (Areté).
Pais è una parola greca che significa ragazzo/giovane/fanciullo, radice di Paideia (educazione – Education) e Paidia (gioco – Sport).
In quanto massima rappresentazione dei valori puri della pratica e nel ruolo che questa aveva nella crescita e sviluppo delle giovani generazioni, l’immaginario culturale Sport-Giovani dell’Antica Grecia è di grande ispirazione per Pais.

Un passaggio veloce tra le epoche

Verso la fine dell’età antica, il fenomeno sportivo ha cambiato poi forma sotto l’Impero Romano, dove in Epoca Repubblicana si vedeva l’attività fisica prettamente necessaria alla formazione degli eserciti militari, e successivamente in Età Imperiale la si legava alla dimensione ludica e di spettacolo. La lotta in cui i protagonisti erano uomini (gladiatori) contro altri uomini, o contro feroci animali, ne sono un esempio.
Il Medioevo viene ricordato perché ha rappresentato il periodo più buio dell’attività atletica come formazione e sviluppo del singolo, a causa del suo intento sociale attribuito unicamente alla sfera etica-religiosa e della sua espressione legata solo ad attività di caccia e guerra.
Il Rinascimento ha attribuito nuovamente alle attività fisiche i valori educativi e di cura del corpo che hanno creato i presupposti per la consacrazione del fenomeno sportivo nell’Età Moderna.  Nel periodo 1700-1900, infatti, viene compreso il ruolo che lo sport può acquisire nella formazione delle nuove generazioni, e la conseguenza è stata la necessità di iniziare a rifletterci in termini di educazione. Fino al 1800 però lo Sport era espresso principalmente da attività individuali e non esisteva il concetto di “sport di squadra”.
E’ nella prima metà del 1800 che nei college inglesi ne nasce la prima forma:  il “football”Creato da Thomas Arnold – educatore del college inglese in cui il gioco è nato – quando ha deciso di regolamentare l’attività di svago che i suoi studenti praticavano durante la ricreazione: prendere a calci una palla. 
Parliamo di un momento fondamentale per la creazione di quel gioco che poi, uscendo dai college, è stato scelto dalla società come una delle attività principali del tempo libero.
È per questo motivo che la Rivoluzione Industriale (1760-1850), nell’aver cambiato i ritmi e gli orari di lavoro, e nell’aver dato più tempo per essere praticanti o spettatori dello Sport, è considerata fondamentale per lo sviluppo del fenomeno contemporaneo.
E infatti alla fine del 1800 troviamo in Europa la nascita delle prime federazioni sportive delle varie discipline, che con le loro regole, i loro valori e la loro struttura, hanno attribuito al fenomeno una identità universalmente riconosciuta. 
Questo periodo, caratterizzato dall’introduzione dei Giochi Olimpici Moderni del 1896 da parte di Pierre de Coubertin, è importante nel permettere allo Sport di diventare un fenomeno culturale di massa, capace di soddisfare i bisogni umani propri delle varie culture.
Lo spunto di De Coubertin ha unito due diversi filoni: da un lato quello dell’athletismos greco individuale, e dall’altro quello degli Sport di squadra dei collegi inglesi dei quali, prendendo spunto da Arnold, ha riconosciuto i benefici educativi.

 

Lo Sport contemporaneo 

L’attenzione sullo Sport agli inizi del 1900 è stata incentivata anche e soprattutto dallo sviluppo tecnologico dei canali di comunicazione, fondamentali per aprire le porte degli eventi al grande pubblico.
Dal seguire lo Sport soltanto dal vivo, a leggerne tramite la carta stampata, ad ascoltarlo tramite le trasmissioni radiofoniche, a guardarlo da remoto tramite la trasmissione televisiva, a fruirne direttamente dallo smartphone. La crescita del fenomeno sportivo, in termini economici e sociali, è da sempre andata di pari passo con le modalità sempre più semplificate con le quali è stato possibile accedervi.
E’ su queste premesse, che si è consacrata l’industria sportiva contemporanea.
Lo Sport al giorno d’oggi è diventato un albero con molti rami, ed è per questo che nel parlarne bisogna sempre avere chiaro l’ambito a cui lo si sta relazionando. Le sue influenze sono oggi sulla salute psico-fisica delle società, la creazione delle comunità, lo sviluppo delle future generazioni, i rapporti politici tra paesi, la globalizzazione, e l’economia mondiale. Troviamo infatti oggi un suo forte significato in ambito economico.
Qui, il ruolo chiave che lo Sport ha assunto è dovuto alla creazione dei diversi mercati intra sportivi – basati su generazione e consumo di prodotti che sono sia oggetti che persone (gli atleti stessi) –  e a un rapporto sempre in crescita con i mass media.
L’attenzione mediatica sullo Sport di alto livello, il peso economico dei diritti televisivi, e le ben note cifre da capogiro per trasferimenti o salari, creano la percezione che il professionismo sia l’unica forma di Sport.
La realtà è che quest’ultimo è una piccola parte del mondo sportivo nella sua interezza, ed è tutto ciò che gira intorno al semi-professionismo e all’attività amatoriale che inserisce con forza lo sport nell’economia del tempo libero.
L’insieme di ciò che nel corso della storia si è creato intorno alle varie discipline di gioco, presenta oggi lo Sport come un fenomeno globale chiave delle società e dell’intrattenimento.

L’albero dello Sport è cresciuto in varie direzioni, ma le radici sono e saranno sempre in quell’innato e naturale istinto umano a giocare, da cui tutto, come anche questo articolo, è partito.

 

 

 

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